Massima attenzione all’incolumità di Gratteri, ma non paragoniamolo a Falcone…

Massima attenzione all’incolumità di Gratteri, ma non paragoniamolo a Falcone…

di Tiziana Maiolo

Saranno in piazza questa mattina a Catanzaro i sostenitori del procuratore Nicola Gratteri, che si proclamano “scorta civica” del magistrato e, non certo a bassa voce, presentano “la nostra ribellione, la sua scorta”. E intanto il Consiglio di Stato decapita la procura di Reggio Calabria, accogliendo il ricorso (bocciato dal Tar) del procuratore Domenico Seccia, ritenuto più titolato di Giovanni Bombardieri. La parola di nuovo al Csm e maretta in Calabria.

Sullo sfondo il vertice della Procura di Napoli, liberata dal neo procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, e che potrebbe rispecchiare le ambizioni sia di Gratteri che di Bombardieri. Intanto quelli della “scorta civica” si preparano a farsi sentire, tetragoni nei loro convincimenti un po’ di stampo complottardo. Si confondono due tipi di allarme, quello sacrosanto per la salvaguardia della vita di un personaggio così esposto in terra di criminalità organizzata, e l’altro meno comprensibile di protesta per il mancato avanzamento di carriera di un pubblico funzionario. Così si cita a sproposito il “santino” di sempre, colui che gli uomini di Cosa Nostra ammazzarono davvero, quando la mafia sparava e non veniva ancora descritta come semplice “comitato d’affari”, la definizione data oggi dagli stessi magistrati rispetto alla ‘ndrangheta.

Ma il cartello (Siulp, Fsp, Cisl Magna Grecia, Fondazione Paolo Di Tarso, Noi, Fondazione Caponnetto, Centro P. Pino Puglisi, Celm ) che ha indetto il sit-in non demorde: Gratteri è come Falcone. «Fare memoria è importante –si legge nel loro comunicato- e i martiri vanno ricordati, ma è proprio da questa memoria che bisognerebbe trarre insegnamento e accendere i riflettori sui vivi. Falcone fu ucciso quel 23 maggio del 1992, ma iniziò a morire molto prima con la votazione del Csm che bocciò la sua nomina…e non è solo mafia quella che uccide». «La Storia si ripete. Ma siamo noi a dover impedire che ciò accada». La parte seria di quel che sta accadendo intorno alla figura di Nicola Gratteri è quella che riguarda la sua incolumità fisica. Secondo quanto rivelato in due articoli dei giorni scorsi dal Fatto quotidiano sarebbe arrivato ai nostri servizi da quelli degli Stati Uniti il segnale di un progetto dei “vertici internazionali della ‘ndrangheta” su un attentato a Nicola Gratteri nel tragitto che lui compie per andare da casa all’ufficio, mediante un ordigno collegato a un telecomando.

Una sorta di strage di Capaci in fotocopia. Ma, aggiunge anche il quotidiano di Marco Travaglio, la stessa organizzazione criminale italiana avrebbe detto di no al progetto dei cugini internazionali. Per non attrarre l’attenzione e suscitare nel governo le stesse reazioni del 1992, quelle delle carceri di massima sicurezza e delle leggi speciali, avrebbero detto. A questo punto, tra duemila condizionali in cui è racchiusa la notizia, si va a finire nella fantasia, che pare ricopiata da quelli della “scorta civica”, a sua volta ispirata alle dichiarazioni dei due membri del Csm sostenitori di Gratteri, Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo. I quali avevano interpretato la mancata promozione alla Procura Nazionale Antimafia di Gratteri come una vera “bocciatura”, evocando il precedente di Giovanni Falcone: prima bocciato, poi ucciso.

Non sappiamo se il procuratore Gratteri, che è costretto a viaggiare su cinque jeep corazzate e ora, dopo l’ultimo allarme, è protetto anche dagli agenti dei Nocs, senta proprio il bisogno anche della “scorta civica”. Certo, se si svolge un lavoro pericoloso, sentire l’affetto dei propri sostenitori fa sentire meglio, questo è indubbio. Ma temiamo che alla base di questa manifestazione e di tutto il circo mediatico che da sempre circonda il magistrato calabrese, ci sia quanto meno un grave fraintendimento. Prima di tutto il fatto che si ritenga sia compito delle toghe “lottare” contro la criminalità. I magistrati, negli Stati liberali, istruiscono i processi ed emettono sentenze. Non ingaggiano corpo a corpo con nessuno, e soprattutto non combattono i fenomeni della società, ma indagano e poi giudicano il singolo cittadino, possibilmente in silenzio, senza esibizioni né conferenze stampa. La grandezza di Giovanni Falcone non può essere limitata al suo essere diventato vittima, ma va legata al suo pensiero, alle sue parole, al suo modo di indossare la toga.

Tra cui la sua capacità di respingere la tentazione di dare credibilità comunque a chiunque si presentasse come “pentito”. Un processo come “Rinascita Scott” non sarebbe mai stato istruito, nel mondo di Falcone. Giancarlo Pittelli non sarebbe un imputato tuttora in vinculis dopo due anni e mezzo e accusato del reato più evanescente della giurisprudenza, ma assente dal codice penale. Forse i soggetti che in buona fede manifesteranno questa mattina a Catanzaro potrebbero fare da “scorta civica” anche all’avvocato Pittelli. Il quale è sempre più prostrato e subisce le torture che solo uno Stato feroce e totalitario può mettere in atto. Gli esempi si sprecano, dalla velocità con cui corrono le esigenze dei rappresentanti dell’accusa e le lentezze sadiche che boicottano i diritti delle difesa. Qualcuno potrebbe credere che i plichi contenenti gli atti necessari ai difensori dell’imputato per poter presentare appello contro il rigetto della sua richiesta di scarcerazione, spediti 16 giorni fa dal tribunale, non sono ancora riusciti a percorrere 70 chilometri?

Piccoli sadismi quotidiani di cui potrebbero prendere atto i bravi sindacalisti che vogliono manifestare in favore di Nicola Gratteri. Si ricordino che il Procuratore di Catanzaro non è solo quello che rischia la vita, ma anche quello da cui dipende la vita di tanti altri. Se ci sono aspiranti difensori civici anche per tutti costoro, sappiano che esiste il sito www.riformagiustizia.it. E se vogliono informarsi anche su un detenuto che sta soffrendo e vogliono capirne le ragioni, sappiano che all’interno del sito esiste anche un “archivio Pittelli” che spiega e racconta tutto. Anche questo è un modo di essere “scorta civica”.

Da ilriformista.it

  • Posted by riformagiustizia
  • On Maggio 13, 2022
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