IL SILENZIO MEDIATICO SUL REFERENDUM
di Claudio Desirò (coordinatore Buona Destra Piemonte e membro di Nessuno tocchi Caino)
Mancano 5 settimane al 12 Giugno, data in cui nel nostro Paese, in contemporanea alle Elezioni Amministrative che si terranno in molti Comuni, si voterà per il Referendum per una Giustizia Giusta.
I cittadini saranno chiamati ad esprimere il proprio voto su 5 quesiti fondamentali che, dopo decenni di immobilismo politico e parlamentare, potrebbero restituire al nostro Paese un Sistema Giudiziario più equo, giusto ed in linea con la nostra Carta Costituzionale.
5 quesiti su cui è calato il velo del silenzio mediatico e di gran parte del mondo politico e su cui i media nazionali non stanno svolgendo quel ruolo di informazione al quale sarebbero tenuti.m
Dopo anni di populismo giudiziario e giustizialismo politico e sociale, questo appuntamento potrebbe rappresentare un momento di svolta per invertire la rotta di un sistema giudiziario incancrenito su se stesso, ricco di forzature e che non vuole essere cambiato, aggiornato, attualizzato.
Un sistema giustizia che è divenuto nel tempo uno strumento di propaganda politica che ha assicurato uno strapotere giudiziario che sfocia in atti e provvedimenti spesso non allineati alla natura liberale della nostra Costituzione.
La politica ha fallito, certo. Dovrebbe infatti essere la politica a dettare le regole su cui il sistema giudiziario muove i propri passi, ma tra il populismo dilagante e la difesa di interessi di parte, tra l’immobilismo e la mancanza di coraggio ad affrontare riforme vere e funzionali, non è riuscita ad espletare fino in fondo la sua funzione di guida, di decisore.
Anche la Riforma Cartabia in questi giorni in discussione, a detta dei professionisti, non sembra dettare quel cambio di passo di cui il sistema giudiziario del nostro Paese necessita. E di fronte al fallimento della politica, non resta che l’arma del Referendum per consentire ai cittadini di scegliere, obbligando in tal modo il Parlamento a legiferare, a progettare quelle riforme profonde nell’interesse comune.
Ma sembra che i sistemi di potere ed i gruppi di interesse lo sappiano e per questo, per difendere posizioni che potrebbero essere messe a rischio dai risultati della consultazione popolare, stiano esercitando una qualche forma di pressione affinché le informazioni, a partire dalla banale pubblicità ai cittadini della data del voto, non vengano diffuse.
L’argomento Referendum è relegato a sporadiche apparizioni mediatiche e la stessa AgCom, ovvero l’Autorità che vigila ed applica le leggi in materia di informazione, nelle proprie tabelle di monitoraggio intitolate “Campagna Referendaria”, include interventi in cui si parla genericamente di Giustizia o della Riforma Cartabia, senza che i Referendum siano nemmeno menzionati. Senza che la banale data della consultazione venga indicata, senza che dei quesiti sia fatto accenno. Quesiti che andrebbero spiegati nel merito, sui quali sarebbe corretto svolgere confronti spiegando le ragioni di parte, rendendoli fruibili e comprensibili ai cittadini, permettendo loro di esprimere un voto consapevole. A favore o contro che sia, purché razionale, debitamente informato.
Un sistema di informazione che oggi non garantisce il pluralismo costituzionale e che nega di fatto la conoscenza ed il diritto di scelta ai cittadini.
Le informazioni e la loro diffusione non possono essere appaltate unicamente ai punti informativi che i vari comitati per i Referendum stanno approntando con fatica in queste settimane: con l’attenzione dell’opinione pubblica concentrata tra la guerra e la crisi conseguente, la necessità di un’informazione corretta, plurale e capillare, che permetta ai cittadini di essere informati per poter scegliere, è più che mai evidente.
Si tratta di un diritto e come tale deve essere assicurato.
In queste cinque settimane che ci separano dal 12 Giungo, l’auspicio è che i media tornino ad espletare il loro ruolo di diffusori di un’informazione corretta ed al contempo che molti dei politici che nei mesi scorsi si sono dichiarati favorevoli ai quesiti referendari, tornino a parlarne e citando di girare la testa dall’altra parte, come fatto in questi ultimi tempi.
- Posted by riformagiustizia
- On Maggio 9, 2022
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